I servizi digitali sono ormai parte integrante della nostra vita. Con l’utilizzo di smartphone, tablet e computer lavoriamo, comunichiamo, gestiamo il conto corrente e gli investimenti, utilizziamo i social network, facciamo acquisti.
L’autenticazione a questi servizi avviene tramite credenziali, “username” e “password”, conosciute solo dall’utente. Si parla dunque di “identità digitale”.
Con la crescente diffusione dei servizi “in cloud”, una grande quantità di dati viene archiviata su server remoti, accessibili solo on line tramite apposite credenziali. Ciò comprende anche materiale con valore economico (progetti, ricerche, creazioni protette dal diritto d’autore) o anche solo affettivo (per esempio le fotografie).
Social network, posta elettronica, archivi remoti e tutti i servizi online hanno sede giuridica in Italia? La risposta è solitamente no e quindi è necessario ricordare che, in assenza delle credenziali, alla propria morte, sarà assai complesso per i nostri cari recuperare i dati personali.
Tutto ciò potrebbe comportare costose controversie legali con soggetti di diritto internazionale.
Il quadro giuridico a riguardo è incerto. In Italia non esiste una legislazione specifica e non è detto che venga approvata in futuro.
Negli USA solo 5 stati su 50 hanno regole in materia e neppure troppo chiare.
Secondo la legge italiana, tutti i diritti passano agli eredi, ma senza le credenziali di accesso questi incontreranno, probabilmente, numerose difficoltà di ordine pratico.
In alcuni ambiti è possibile affidare a una persona di fiducia le vostre credenziali d’accesso con istruzioni chiare su cosa fare alla morte: distruggere i dati integralmente o in parte, o in alternativa consegnarli a soggetti indicati dal defunto. Si chiama mandato post mortem ed è ammesso dal nostro diritto.
Quali consigli fornire agli interessati?
- Pianificare la propria successione digitale
- Fare un elenco dei servizi utilizzati e di tutti i dati per il login
- Cancellare gli account non più̀ utilizzati
- Affidare ad una persona di fiducia la propria “vita” digitale
- Informarsi presso i vari account se hanno previsto regole per la successione digitale
- Inserire nel proprio testamento, olografo o pubblico che sia, le disposizioni testamentarie digitali in maniera formalmente corretta.
Per evitare problemi, la soluzione migliore è quella di affidare le proprie credenziali digitali a una persona fidata, che provvederà a consegnarle agli eredi dopo la morte del titolare. Questa persona può essere nominata esecutore testamentario, oppure mandatario “post mortem”, con un documento ufficiale redatto da un notaio.
In ogni caso, le password devono sempre essere contenute in un documento separato dal testamento, perché questo, per legge, diventa pubblico dopo la morte del testatore.
Le password, comunque, devono sempre essere destinate agli eredi, oppure a chi è destinatario di un lascito specifico (legato). Questo è un aspetto che dobbiamo sempre tenere presente quando si tratta di beni facenti parte dell’asse ereditario.
La semplice consegna delle password a una persona non equivale alla nomina di un erede!!!