Il TFR, acronimo di Trattamento di Fine Rapporto, è una somma di denaro che il datore di lavoro è tenuto a corrispondere al lavoratore al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
La pratica comune è quella di erogare questa somma direttamente al lavoratore al termine del rapporto di lavoro, ma esiste un’altra opzione che il lavoratore può prendere in considerazione: il versamento del TFR in un fondo pensione.
Vantaggi per il lavoratore
- Tassazione inferiore
Se il TFR viene lasciato in azienda, al momento della liquidazione, verrà tassato all’aliquota fiscale pari alla media degli ultimi cinque anni. La percentuale minima, quindi, sarà del 23%.
Il fondo pensione, invece, gode di condizioni agevolate: l’imposta massima non supera il 15% ma può arrivare fino al 9%.
- Rendimento nel tempo
Se lasciato in azienda, infatti, il TFR viene rivalutato con un rendimento pari al 1,5%+75% dell’inflazione annua.
Eccetto per l’anno scorso, durante il quale si è verificata una notevole rivalutazione, negli ultimi dieci anni l’aumento del valore è stato piuttosto modesto. Anche per il futuro, con il ritorno dell’inflazione ai livelli previsti dalle banche centrali, le prospettive non sembrano divergere da questa tendenza.
I fondi pensione, invece, vengono gestiti in modo personalizzato e il rendimento che è possibile ottenere nel lungo periodo può essere ben superiore.
- Più flessibilità
Il TFR, se lasciato in azienda, viene liquidato solo al momento della chiusura del rapporto di lavoro. In caso di situazioni di particolare necessità, quali la nascita di un figlio, una malattia grave o l’acquisto della casa, tali da mettere il lavoratore nelle condizioni di averne bisogno in anticipo. In questo caso, il dipendente può farne richiesta, ma l’azienda potrà anticipare una quota non superiore al 70%.
D’altra parte, se il TFR viene destinato a un fondo pensione, il lavoratore ha la possibilità di richiedere un anticipo pari al 75% della somma accumulata. Inoltre, tra le motivazioni per cui è possibile richiedere tale anticipo, oltre a quelle già menzionate, si aggiungono anche la ristrutturazione della propria casa o delle necessità legate ai figli.
- Liquidabilità
Tutte le aziende con meno di 50 dipendenti trattengono il TFR in azienda. Di conseguenza, al momento della chiusura del contratto, i fondi potrebbero essere già disponibili, ma è possibile che sia necessario attendere alcuni mesi affinché l’azienda disponga della liquidità necessaria per effettuare il pagamento.
Naturalmente, questa eventualità non si verifica se i fondi sono depositati in un fondo pensione.
- Il tramonto del posto fisso
Oltre alle ragioni strettamente economiche, ci sono anche altri motivi legati all’organizzazione del lavoro che giocano un ruolo significativo. Uno fra tanti: il posto fisso, stella polare delle precedenti generazioni, sembra ormai definitivamente tramontato in favore di un mondo del lavoro più fluido.
Ogni volta che si cambia lavoro, la somma che è stata lasciata in azienda viene liquidata e, di conseguenza, tassata. Se lo lasciamo maturare in un fondo pensionistico, invece, verrà liquidato solo a fine carriera, e tassazione avverrà solo alla fine andando a massimizzare la rivalutazione finale.
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