Ti ricordi dei Pir? Qualcuno penserà ad una presa in giro “Pistoiese”, in realtà stiamo parlando di qualcosa di estremamente serio per il benessere delle nostre aziende e di tutti noi in termine di occupazione.
Ne abbiamo già parlato nel 2017 in un salotto finanziario, dedicando un approfondimento.
Nel 2019 a causa di un “vuoto normativo” chi non aveva potuto sottoscriverlo è rimasto fuori.
Nel 2020 sarà possibile, per chi non ha ancora goduto dei vantaggi del Pir, attivarne uno.
Il nuovo Pir ha moltissimi punti in comune con il vecchio salvo una lieve variazione nella composizione dell’investimento.
Per rinfrescare la memoria, il Pir dedica la maggior parte della sua capitalizzazione all’investimento in quote di debito e capitale di società italiane di varie dimensioni.
Sul mercato si possono trovare Pir con vari profili di rischio. Ti elenco le caratteristiche principali:
-non è possibile investire oltre euro 30.000 l’anno per un massimo di euro 150.000;
-è individuale, nel senso che per avere le agevolazioni, deve essere intestato ad una singola persona fisica;
-sul sistema è possibile sottoscriverne solo uno;
-è esente da imposte di successione;
-dopo 5 anni da ogni versamento fatto, il rendimento generato è esente da imposte che oggi ammonterebbero al 26%.
Cosa penso io?
E’ un ottimo strumento, deve rappresentare un tassello della propria pianificazione finanziaria, è possibile accenderlo anche con un piano di accumulo.
In questi giorni sui social è apparso un mio video sul “Pir” ed uno “sui cattivi comportamenti dei risparmiatori italiani”.
Il successo dei Pir puo’ rappresentare una svolta per trasmettere risorse a lungo termine alle nostre Imprese, un volano per aumentare l’occupazione.
Fare un Pir vuol dire pensare anche al lavoro di domani per i propri figli.
Negli Stati Uniti le aziende americane hanno numerosi vantaggi da un sistema pensionistico privato, che tutti gli anni versa loro ingenti risorse.
Rivolgiti a me per saperne di più.
Alla prossima.
Andrea Giampà