Capita sempre più comunemente di vedere pubblicità o inserzioni online di wallet o Exchange, che permettono di trasferire denaro tra utenti all’interno degli stessi o convertirlo in criptovalute.
Questi strumenti, di nascita molto recente, vengono a volte erroneamente confusi con altri strumenti più tradizionali come i conti correnti.
Tenere il proprio denaro in un exchange, in un wallet o in un conto corrente è la stessa cosa? Quali sono le differenze?
Il primo punto è: dove effettivamente sto spostando il mio denaro?
È fondamentale sapere infatti in quale paese sia il wallet o l’exchange su cui sto trasferendo il mio denaro, per capire quale sia la normativa di riferimento e se questa tuteli effettivamente l’utente finale.
Inoltre spostando denaro su queste piattaforme, che hanno sedi all’estero, rischio di far cadere su di me le attenzioni del fisco italiano.
Anche scegliendo un interlocutore europeo restano profonde differenze a livello di tutele e di garanzie sul proprio denaro.
Questo perché gli utenti di un exchange hanno una posizione giuridica detta di creditori chirografari (cioè creditori privi di garanzie), e, in quanto tale, potrebbero essere chiamati a rispondere, dopo gli azionisti, con il loro patrimonio in caso di fallimento dello stesso. Recentemente abbiamo avuto il caso di FTX che ha anche portato i più famosi exchange a ribadire che non esiste alcuna protezione per gli utenti.
I conti correnti bancari sono protetti invece in Italia, fino ad euro 100.000 per intestatario di conto corrente, per banca, da un fondo di garanzia interbancario. In caso quindi di liquidazione coatta amministrativa dell’istituto oppure del famoso “bail-in”, il sistema bancario italiano tramite apporti ad un fondo interviene per proteggere i depositi fino ai limiti precedentemente indicati.
Negli anni passati, con la partenza della normativa denominata “Bail-in” abbiamo fatto chiarezza, pubblicando un libro, sulle importanti differenze che ci sono tra avere un conto corrente su una banca primaria e patrimonializzata piuttosto che su istituti in difficoltà.
Se ne vuoi saperne di più non esitare a contattarci.